E direi non solo per noi toscani, ma in genere per noi italiani, il vino è una di quelle cose che sulla tavola non deve mai mancare. In tempi che non rimpiangiamo il vino era considerato un vero e proprio alimento e ha nutrito una generazione (sfortunata) di persone in tempi in cui di ciccia ce n’era poca.
In tempi più recenti a ogni buon conto, era usanza, per merenda a noi bambini, una bella fetta di pane, vino e zucchero! Poi ci sono stati gli anni del vino di scarsa qualità e a basso prezzo che tanti danni ha creato alla nostra immagine di produttori nel mondo. Verso la fine del millennio scorso la sbornia collettiva, quando tutti facevano a gara a produrre Super Vini con prezzi che hanno allontanato molti consumatori da questa splendida bevanda.
Oggi possiamo dire che abbiamo trovato un equilibrio e quindi dobbiamo dare la giusta importanza a quello che beviamo, così come la diamo a quello che mangiamo. Sì perché oggi più che mai “ poco ma buono “ deve essere il nostro motto, che, comunque, è anche la nostra tradizione.
Lo scopo di queste poche righe è infatti solo quello di dare qualche piccolo suggerimento affinché si possa gustare a pieno la cucina Toscana e goderci in santa pace l’esperienza di una visita a Firenze o di una gita fuori porta con gli amici; e questo passa anche attraverso un buon bicchiere di vino!
Ora, dico io, è mai possibile veder mangiare una bistecca e berci accanto una Coca-Cola? O una ribollita (scopri qui la ricetta della ribollita) e un cappuccino? Purtroppo il codice penale non prevede questo genere di reato, anche se dovrebbe, e non si può far nulla perché questi scempi non avvengano, ma, voi che leggete questo blog, son sicuro che capirete il senso di raccapriccio che mi assale quando (e in trattoria capita) assisto a scene simili.
Quindi, visto che la Toscana è terra di grandi vini, soprattutto rossi, e di tantissime D.O.C. e D.O.C.G. che ci garantiscono sulla qualità eccelsa dei nostri prodotti, e che si abbinano perfettamente alla nostra cucina così ricca di sapori decisi, ecco due o tre dritte che renderanno il vostro pasto un’esperienza indimenticabile.
Innanzitutto in un pranzo ideale non dovrebbero essere serviti meno di due vini e mai più di quattro (di cui uno per il dolce). Poi diciamo che, come per le pietanze, si deve seguire una scala di sapori, dal più delicato al più deciso. Prima i bianchi, poi i rossi; prima i vini giovani poi quelli invecchiati; prima quelli con minor gradazione alcolica, poi quelli più robusti… Via, unn’è difficile!
Immaginate di mangiare una pappardella al cinghiale con un bicchiere di Brunello (no una bottiglia eh!) e dopo, un branzino al vapore con un vinellino bianco di 11 gradi servito bello freddo! O che ci azzecca! Ci siamo capiti, no ? 😉
Ok, ci siamo, già abbiamo dato un criterio al nostro desinare, poi ci sarebbero tante cose da dire, pagine e pagine di descrizioni di vini con sentori di mammola e amenità del genere (verrò sicuramente scomunicato dall’Associazione Sommelier per queste affermazioni), ma io che vi dico? Sperimentate, sperimentate, provate una Vernaccia di San Gimignano con l’antipasto di crostini (scopri qui la ricetta dei crostini), un buon Chianti Classico con le pappardelle e un Brunello o un Nobile di Montepulciano Riserva con la bistecca (per la ricetta e il decalogo della bistecca clicca qui) o la cacciagione, vedrete che tutto assumerà un altro aspetto e la vita vi sorriderà . Ah, mi stavo scordando! Il Vin santo, ma quello di caratello, non quello liquoroso che l’è tutto zucchero e basta, con i cantuccini… Via, ma che ve lo dico a fare, venite a trovarci e vi si fa assaggiare noi!